Obesità infantile in Campania, l'allarme dei pediatri: “Cattiva alimentazione e problemi economici fattori scatenanti”

Al Maschio Angioino il quinto appuntamento di Donne che Sanno promosso da “Fondo Mario e Paola Condorelli” e da L’Altra Napoli su quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita

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Napoli, 15 maggio 2018 – In Campania un bambino su quattro tra gli 8 e i 9 anni e in sovrappeso, il 17.9% è obeso, secondo i dati diffusi da Okkio alla Salute. E quando si parte da bambini in questa condizione, è facile avere futuri adulti non in buona salute. È possibile prevenire l’obesità infantile? Con quali strumenti conciliare educazione alimentare e un corretto stile di vita? Il difficile contesto economico aggrava i problemi? La dieta mediterranea è uno scudo contro l’obesità sin dallo svezzamento? Questi i temi al centro dell’incontro “Sapere quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita”, il quinto appuntamento del ciclo “Donne che sanno” che lunedì 14 maggio ha visto riuniti a Napoli nei locali della Società di Storia Patria al Maschio Angioino tecnici ed esperti della nutrizione.

Fra i protagonisti dell’incontro, come i precedenti organizzato dal “Fondo Mario e Paola Condorelli” e da L’Altra Napoli, Gina Bonsangue dell’Associazione dei Cristallini; Luigi Corrivetti, vicepresidente EBRIS e direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Salerno e Raffaella de Franchis, referente per la Dieta Mediterranea Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Ha moderato i lavori Antonio D’Avino, segretario provinciale FIMP Napoli. Quindi le domande del pubblico e le conclusioni affidate a Celeste Condorelli.

“I  1000 giorni di vita che iniziano dal concepimento -ha detto la dottoressa De Franchis – sono fondamentali perché si pongono le basi del bagaglio di salute del bambino e della prevenzione del diabete e dell’obesità e già forniscono un “imprinting” sui futuri sapori del nascituro. Spesso le mamme, una volta dimesse dall’ospedale, hanno paura di mangiare molte cose e anche il bambino non avrà traccia di quel sapore. Importante non utilizzare il miele sui biberon e tettarelle o sostanze dolcificanti, perché si allontanano i bambini dai sapori “amari” come cavolo, broccoli,  che sono quelli più salutari”. “Buone regole – ha aggiunto la pediatra – sono non dare i pasti davanti la televisione, non utilizzare il cibo come ricompensa e fare un utilizzo limitato di proteine: la quantità di proteina (carne e pesce) nei primi 3 anni di vita incidono sulla predisposizione all’obesità. Le giuste quantità ad un anno di vita sono 30 gr carne e 40 gr pesce che aumenta di 10 gr a due anni. Inoltre già dallo svezzamento si possono utilizzare alimenti ritenuti dai più allergizzanti, quali frutta secca, legumi che invece possono essere inseriti nelle giuste dose e modalità. Per le merende si consiglia frutta, cioccolata fondente, frutta secca, biscotti secchi”.

Naturalmente la via più naturale ed economica è anche quella meno seguita. Con l’aggravante di alcuni dati che destano preoccupazione, come quelli forniti dal dottor Corrivetti. “Per la prima volta nella storia della specie umana – denuncia – l’attesa di vita dei nostri figli sarà più corta di quella di noi genitori. Il paradosso è ulteriormente accentuato dal fatto che spendiamo circa 60 miliardi di euro per ipernutrirci, altri 30 in messaggi dei mass media per convincerci a mangiare cibo ipercalorico e 45 miliardi in attività fisiche o diete speciali per perdere il peso eccessivo causato da una alimentazione sbagliata. Nel frattempo, nei Paesi in via di sviluppo bambini continuano a morire di malnutrizione e basterebbero solo 40 miliardi di euro per fermare questa piaga. Senza contare il fatto che circa il 40% del cibo ipercalorico che produciamo viene buttato via come produzione eccessiva”.

Tutti i contrasti venuti alla luce nel corso del dibattito, sono particolarmente riscontrabili nell’azione che da dieci anni La Casa dei Cristallini svolge nel rione Sanità a Napoli, dedicata ai bambini e alle mamme del quartiere. “In una delle aree più interne del quartiere Sanità – ha raccontato Giulia Bonsangue – quella denominata dei Cristallini, si vive in condizioni economiche e sociali di particolare difficoltà. ”. Il corretto stile di alimentazione fin dal concepimento si intreccia con problematiche economiche che specie nel Sud richiederebbero interventi educativi accessibili con operatori sociali e sanitari sempre più intensi per superare false credenze e errate abitudini di vita e recuperare i vecchi sapori della dieta mediterranea che pur esistono ancora nella tradizione delle famiglie.

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