“Ereditare”: 5 artisti dalla Spagna al PalArti di Capodrise

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CAPODRISE (Caserta). Siamo il raccolto della semina di altri, che hanno arato campi di polvere. Di altre generazioni, di stagioni, di luci e di ombre, di sogni e di utopie, di viaggi arcaici e supersonici. Siamo i sedimenti di tutti i segni, orme umide e profonde, impressi nelle pieghe della vita; siamo perché altri sono stati, siamo perché ereditiamo.
Cinque artisti dalla Spagna (Virginia Bernal, Gines Vincente Fernandez, Pepe Yagües, Enzo Trepiccione e Salvator Torres) hanno accolto l’invito del curatore d’arte Michelangelo Giovinale e del giornalista Claudio Lombardi, consulente editoriale del progetto, di rileggere tre archetipi della mitologia classica, Icaro, Edipo e Telemaco, figli di un’eredità al tramonto in fuga verso una libertà acefala, pulsionale. La collettiva, dal titolo “Ereditare”, sarà inaugurata l’11 maggio, alle 18:30, al Palazzo delle Arti di Capodrise, in provincia di Caserta, e rimarrà in esposizione fino al 9 giugno. Gli artisti hanno trascritto il pensiero mitologico attraverso molteplici chiavi di lettura. Le opere sono una sorprendente antologia visiva, scaturita dal silenzio di una pausa che riecheggia nell’intervallo fra lettura e pittura; un’indagine sul rapporto di filiazione in relazione all’eredità paterna, riflessa nella persistente crisi moderna, nella difficile trasmissione della vita, intesa, al culmine dell’atto di ereditare, come il desiderio verso l’altro.

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«Bernal, Fernandez, Yagües, Trepiccione e Torres – dichiara Giovinale –, pur mantenendo differenti identità stilistiche, offrono un confronto dialettico che investe la sfera della razionalità e dell’illogico, della coscienza e dell’inconscio, dell’istinto e della ragione. Mondi confusi e misteriosi, di slittamento del pensiero umano, di cui le opere sono l’esatta trascrizione». Sulle pareti di Palazzo, opere, in prevalenza, figurative mostreranno una consistente maturità stilistica, recuperando alcune caratteristiche della pittura che, nell’era della post-modernità, conferiscono una profonda valenza espressiva; un alto senso del colore, l’impiego di materie diverse, la qualità di certi segni grafici, strumenti utili del “narrare”. La valenza non sarà tanto nella rappresentazione iconica in sé, quanto nell’atmosfera che pervade la personalità di ogni singola opera. Ossia: «Nel tema del viaggio – aggiunge Giovinale –, esperienza totalizzante nella vita di Enzo Trepiccione, che nelle scomposizioni e nelle stilizzazioni appunta gli elementi mitologici che saranno oggetto di sorti drammatiche e fatali. Nell’universo fantastico, spinto ai limiti dell’immaginazione, di Gines Vincente Fernandez, dove il mito è traslato in un altro mondo. Nell’immaginario poetico di Pepe Yagües, in cui pittura e scultura si convertono in collage polimaterici, laboratorio di linguaggi e di metafore, fra mito e attualità. Nelle opere dal gusto americano di Salvator Torres, che muove l’occhio dello spettatore su un doppio piano, in cui realtà e inconscio, a seconda della lettura, si compongono o si scompongono, in significati tanto reali, quanto immaginari. Nell’ambientazione domestica borghese di Virginia Bernal, teatro familiare di piccoli e grandi drammi che riflettono le leggende mitologiche».
L’immersione nelle storie dei miti consente il recupero, in superficie, di figure arcaiche, esemplari assoluti e autonomi della nostra civiltà figurativa, che gli artisti ricollocano nella contemporaneità. Appartenenza ed erranza. Sentire le radici, ma pure il bisogno di intraprendere un viaggio, quinta essenza di “Ereditare”. La mostra, inserita nella rassegna “In cerca del padre”, voluta dal sindaco Angelo Crescente e dall’assessore alla Cultura Antonella Marotta, è visitabile il martedì, il giovedì e il sabato, dalle 16:30 alle 18:00. Ingresso gratuito. Info: 3245583137.

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