Il vescovo di Caserta, Gennaro Cosenza, promotore dell’incoronazione della statua dell’Addolorata il 9 ottobre 1898

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“Questa immagine vi ricorda grazie e miracoli, ottenuti da voi o dai vostri padri, preganti avanti ad essa, con fede; e tra i miracoli, particolarmente vi ricorda, con inenarrabile gioia, quello che, come si crede, avvenne nel 1888”

(Cardinale Alfonso Capecelatro, arcivescovo metropolita di Capua, dal discorso tenuto nella cattedrale di Caserta il 16 ottobre 1898)

 

 

Introduzione

Sua Eccellenza monsignor Gennaro Cosenza, discendente di una nobile famiglia Partenopea, nonché nipote di due cardinali che diedero lustro alla Arcidiocesi metropolita di Capua: Francesco Saverio Apuzzo e Giuseppe Cosenza, fece il suo solenne ingresso nella diocesi di Caserta il 23 settembre 1894 “accolto entusiasticamente da clero e cittadinanza” (Olindo Isernia, Le informazioni su mons. Gennaro Cosenza…, Osservatorio Casertano, Gennaio/Febbraio 2018). Il catalogo dei vescovi casertani, redatto dal canonico Tommaso Laudando, mette in evidenza le qualità del presule, rimarcandone in particolare la personalità di “oracolo di scienza teologica per i dotti, insigne per opere di pietà ai buoni, fiorente di giovinezza per il popolo”. Al di la delle numerose opere, egregiamente messe in atto dal vescovo Cosenza, il suo nome è tuttavia legato alla devozione mariana nella città di Caserta, il cui centro gravitazionale è tutt’oggi la chiesa cattedrale. Fu proprio monsignor Gennaro Cosenza a trasformare “in un gioiello d’arte l’antica Cappella del Purgatorio, che divenne il centro del culto della Vergine Addolorata” e, appena quattro anni dopo dall’inizio del suo episcopato casertano “la bellissima statua della Regina dei Dolori fu incoronata il 9 ottobre 1898, per decreto del Capitolo Vaticano, con feste sontuosissime, alle quali, oltre numerosi Vescovi, intervennero i Cardinali Giuseppe Antonio Ermenegildo Prisco e Alfonso Capecelatro”.

I. La statua dell’Addolorata: tesoro d’arte sacra nella cattedrale di Caserta

Nella chiesa cattedrale di Caserta è oggetto di culto una straordinaria effige lignea raffigurante la Madonna Addolorata. Questa è esposta alla venerazione dei fedeli, sul fondo della navata destra della chiesa, in una graziosa cappella eretta a Santuario mariano. Allo stato attuale, le uniche ricerche storiche effettuate in maniera esaustiva ed accurata sono quelle del diacono della cattedrale di Caserta, prof. Don Antonio Grasso (Antonio Grasso, La presenza dell’immagine nella Cattedrale e i fatti che portarono all’incoronazione del 1898, estratto da: Il restauro della statua dell’Addolorata, Caserta 1995). In modo particolare, un fatto davvero straordinario, suscitò nei fedeli una maggiore devozione mariana. Secondo la tradizione, infatti, nel 1888 avvenne un “presunto” movimento degli occhi della Statua dell’Addolorata. Quella che fino ad allora era considerata una statua come le altre, presenti in Cattedrale, divenne, dopo l’evento prodigioso, un tesoro sacro per il popolo casertano. L’evento prodigioso del “movimento” degli occhi della scultura, oltre alla devozione che già dal 1878 si esprimeva presso la chiesa cattedrale di Caserta, fu la scintilla che portò alla decisione di incoronare solennemente l’effige dell’Addolorata. Fu il vescovo Gennaro Cosenza a volere l’incoronazione della statua da parte del Capitolo della basilica vaticana. Per l’occasione infatti, il vescovo stesso insieme al concorso popolare, fece realizzare presso una bottega orafa napoletana la splendida corona imperiale “di ben ottanta once d’oro e fulgida di gemme”. La statua dell’Addolorata è l’unica, in tutta la diocesi di Caserta, ad essere stata incoronata per Decreto del Capitolo Vaticano, e probabilmente questo, rende ancor più affascinante la profonda devozione del “suo” amato popolo casertano che si onora di chiamarla “Regina”.

 

II. L’Addolorata incoronata “Regina del popolo casertano”

La devozione del popolo casertano verso la Vergine “Dolorosa”, non è molto antica, se consideriamo che il culmine di tale devozione, si raggiunse soltanto nella seconda metà del XIX secolo. La promozione della devozione mariana presso la cattedrale casertana, fu dovuta non solo all’opera di alcuni sacerdoti, ma anche e soprattutto all’allora vescovo di Caserta, monsignor Gennaro Cosenza (dal 12 giugno 1893, fino al 4 marzo 1913, quando venne nominato arcivescovo di Capua). Il 1898 per i casertani, fu un vero e proprio tripudio di gioia, poiché l’effige prodigiosa dell’Addolorata venne solennemente incoronata. Per l’occasione venne dato alle stampe un opuscolo intitolato: “L’Incoronazione della SS. Vergine Addolorata che si venera nel Duomo di Caserta. Ricordi delle solenni feste dal 9 al 16 ottobre 1898”, edito a Napoli dalla storica Tipografia “Giannini”. Tra le pagine del citato volumetto, leggiamo parole di una dolcezza straordinaria: “Finalmente giunse il giorno sospirato, il più bello per questa città così ridente, così civile e così religiosa. Maria Addolorata volle che si adempiessero i voti di Caserta. Il cielo durante la notte piovigginoso si rischiarò d’un tratto e fin dal mattino un sole splendidissimo, indorando le cime dei nostri monti, rallegrava i cuori di tutti. L’incoronazione differita di un giorno a causa della pioggia, forse provvidenziale, volendo la Vergine essere incoronata la Domenica, in cui la Chiesa celebrava l’ufficio della Maternità di lei, ebbe luogo tra l’entusiasmo di tutto un popolo.”. Il “Programma delle feste per l’incoronazione dell’Addolorata”, prevedeva infatti che il simulacro della Vergine, venisse solennemente incoronato il giorno prima, sabato 8 ottobre 1898. Il 9 ottobre, già dalle prime ore mattutine, una folla immensa di persone accorse anche dai vicini paesi, occupò sia la cattedrale, che l’antistante piazza per prendere parte alla solenne processione, che avrebbe accompagnata l’effige prodigiosa dell’Addolorata nel luogo dove sarebbe avvenuto il sacro rito. “Quando la messa volse al fine, fuori si ordinò lo straordinario e numeroso corteo. Esso era composto di tre concerti musicali, di 21 Arciconfraternite e Congreghe, del Clero di tutta la Diocesi, del Seminario, delle Collegiate del Corpus Domini, e di quella di S. Pietro di Maddaloni, del Collegio dei Parroci, del Capitolo Cattedrale e chiuso dal Vescovo in paramenti pontificali, che precedeva l’immagine da incoronarsi.” La processione si snodò per alcune strade di Caserta centro, fino a giungere nell’allora piazza Amedeo (attuale piazza Matteotti, vulgo “Mercato”). A questa presero parte anche il “Deputato del Collegio” e le Rappresentanze degli undici Comuni della Diocesi. Non appena il sacro corteo giunse in piazza, il simulacro della Madonna fu posto su un elegante baldacchino, e mentre tutto il popolo fissava con lacrime di gioia l’immagine mariana, fu letto pubblicamente il Decreto di incoronazione del Capitolo Vaticano (tale rito infatti è una prerogativa concessa dal Capitolo Vaticano, sulla base di determinati requisiti: antichità dell’immagine, vetustà di culto e miracolosità) e dopo monsignor Gennaro Cosenza benedì l’aurea corona, ponendola con “mano tremante” sul capo della Madonna. La gioia e la commozione assalirono i cuori di tutti, le bande musicali presenti intonarono inni trionfali, le campane di tutte le chiese cittadine suonarono a festa. Al termine della cerimonia la statua della Vergine fu trasportata processionalmente per le vie principali della città “tra il canto dei fanciulli e le salmodie dei sacerdoti, e prima che si giungesse in Duomo, il Vescovo licenziò la gran massa di popolo all’ingresso del tempio impartendo la pastorale benedizione.”.

(Collezione privata di Antonio Casertano)

(Una rara fotografia raffigurante il vescovo di Caserta, monsignor Gennaro Cosenza)

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