Speciale Artestate 2018 – Antonella Ruggiero si racconta a Vivi Campania

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CASAGIOVE (Caserta) – Serata all’insegna della buona musica e della magia di un evento di grande spessore culturale ed artistico. Questo è stato nell’essenza il concerto con cui Antonella Ruggiero ha aperto la kermesse “Artestate 2018”, giunta alla sua 30a edizione. Alla fine dell’esibizione, abbiamo raggiunto l’artista genovese a cui, in esclusiva, abbiamo rivolto qualche domanda.

Prima volta qui a Casagiove. Prima volta ad Artestate. Cosa ha provato da parte della città e dei cittadini?

E’ stata una serata positiva in tutti i sensi. Non conoscevo questo spazio e la sua storia. Fare un concerto qui ed incontrare un pubblico così caloroso, affettuoso, così partecipe al concerto suscita in me un’emozione speciale perché umanamente è successo qualcosa di bello e, di questi tempi, c’è bisogno che qualcosa di bello esista concretamente.

Un’esibizione che è partita naturalmente dal repertorio personale di Antonella Ruggero per poi inglobare canzoni della tradizione italiana, in particolare quelle relative al periodo tra le due guerre, ma anche tocchi di musica internazionale, tutti affrontati con vari stili musicali. Il messaggio che Antonella Ruggiero ha voluto far arrivare al pubblico qual è?

La musica è un mezzo molto potente. La musica è anche però ricerca andando indietro nel tempo, in luoghi lontani, in epoche diverse. Perché c’è musica e musica: ci sono musiche che non suscitano emozioni, ma comunque sono musiche, ed altre invece che ti fanno viaggiare con la mente, con i ricordi, ed hanno una funzione importantissima. Quando eseguo una canzone, nata tra la prima e la seconda guerra mondiale, e vedo le persone anziane che si commuovono perché ricordano i loro genitori, i loro nonni, che sono andati in guerra, e come aprire un libro importantissimo, quello dei ricordi, un libro della storia italiana. Quello di stasera è stato proprio questo.

A breve uscirà una nuova raccolta di canzoni di Antonella Ruggiero dal titolo “Quando facevo la cantante 1996-2018”. Si tratta solo della celebrazione della carriera strepitosa di una grande artista, o c’è qualcosa di più?

C’è qualcosa di più. Questo 115 brani che sono un sunto di parte della mia carriera. Ho voluto partire dal 1996 da quando cioè dopo sette anni sono ripartita a fare il mio lavoro da solista. Fino ad oggi ho cantato con talmente tanti artisti o formazioni di vario genere che tutto questo può essere considerato un documento di quello che può essere la musica. Si tratta di musiche popolari, jazz, classiche, musiche di ogni dove, tutte realizzate con artisti bravissimi. Accompagnarsi con musicisti di grande talento è quello che amo fare, perché in questi casi si sente l’essere umano che suona e che mette tutta la sua intelligenza, la sua spontaneità, la sua bravura, i suoi studi, le sue lotte interiori, e tutto quello che ha nella musica. E questo arriva alla gente secondo me. 

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