Benevento. Dopo 13 anni si conclude, la dipendente Rosa Leone ottiene il risarcimento per l’annullamento del concorso

Bosco (UIL): "Spero che la vicenda possa definirsi chiusa"

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BENEVENTO – La dipendente dell’Ente provinciale per il turismo di Benevento, Rosa Leone (avv. Michele Truppi e Maria Teresa Vallefuoco), ha ricorso per ottenere il risarcimento dei danni conseguenti all’annullamento della procedura concorsuale verticale disposta con sentenza della sezione quinta del Tar Campania n. 203/2009, confermata dal Consiglio di Stato con sentenza n. 4313/2010, impugnata dinanzi la Corte di cassazione, la quale con sentenza n. 15689/2011 rigettava il ricorso per appartenere la controversia alla giurisdizione del giudice amministrativo. Invero, l’E.P.T. di Benevento aveva deciso circa dieci anni fa di effettuare la selezione interna per la promozione dalla categoria C alla categoria D di 4 istruttori. Il Tar Campania e il Consiglio di Stato avevano sentenziato che tale procedura non era stata correttamente eseguita poiché non poteva sostenersi soltanto un colloquio, atteso che “il bando prevedeva l’assegnazione di soli 20 punti per i titoli (di cui 8 per l’anzianità di servizio) e ben 30 per il colloquio (60% del totale dei punti), senza alcuna previsione di una prova scritta, necessaria onde rendere maggiormente imparziale e trasparente la procedura concorsuale”.

La ricorrente aveva assunto, ai fini della valutazione del danno, che altri 4 dipendenti (Boscaino Antonio, Cusano Caterina, Melillo Maria Rosaria e Scarinzi Maria Rita) avevano superato utilmente la procedura selettiva, ed erano stati inquadrati dal 23.11.2005 nella categoria superiore D1, e poi per effetto delle progressioni orizzontali, erano stati inquadrati in D2 dall’1.06.2007 e in D3 dall’1.06.2008. Ma dal 1° dicembre 2010 i 4 dipendenti erano stati retrocessi di nuovo in categoria C per effetto del già citato annullamento disposto dal Tar Campania, e confermato dal Consiglio di Stato. La ricorrente ha ritenuto che il danno sia stata l’impossibilità di vincere il concorso a causa dell’errata procedura, ma che gli altri 4 dipendenti comunque avevano usufruito per circa 5 anni del superiore inquadramento. Ai fini del risarcimento, la ricorrente ha chiesto che venisse preso per buona una percentuale non inferiore al 70% delle differenze retributive che avrebbe percepito secondo il CCNL di settore vigente nel tempo.

L’Ente provinciale del turismo non si è costituito. All’esito del procedimento il Tar Campania con sentenza n. 5354/2018 del 15 maggio 2018 ha stabilito che alla dipendente Rosa Leone tocca il 35% di quanto guadagnato dagli altri 4 dipendenti per effetto della promozione nelle categorie D1, D2 e D3 dalla data di acquisizione della categoria superiore da parte degli ex-vincitori del concorso, poi annullato (23.11.2005), e sino alla data di proposizione del ricorso (30.11.2011). Da un primo conteggio effettuato dagli uffici della Uil sannita alla sig.ra Leone Rosa dovrebbe andare una cifra di poco superiore ai 5.000,00 euro lordi. L’E.P.T. di Benevento è stato condannato alla
refusione delle spese di lite, liquidate in complessivi euro 1.500,00, oltre al contributo unificato e oneri accessori, come per legge.

“Spero che la vicenda – è la dichiarazione di Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) -, che va avanti da circa 13 anni, con questa sentenza possa ritenersi chiusa. Quando dissi che bisognava far sostenere ai partecipanti al concorso la prova scritta per dar forza all’intera procedura selettiva, altro rappresentante sindacale sostenne che alla regione Campania avevano fatto analoghi concorsi solo coi quiz! Purtroppo, la storia ha dimostrato che avevo ragione io, per un semplice ragionamento. Ossia: se il numero dei partecipanti a una selezione interna è superiore ai posti messi a concorso, bisogna dimostrare che il concorso si svolge con dei criteri certi e ponderati. Quei dipendenti non vollero accettare il mio consiglio – conclude il sindacalista – e la frittata è stata bella servita con rammarico infinito tra coloro che avevano vinto la procedura, oserei dire anche in maniera evidente, e chi invece caparbiamente ha posto in essere una serie infinita di giudizi per non darla vinta ai colleghi”.

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