Premio Iside, a Benevento anche l’artista casagiovese Andrea Varrone

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CASAGIOVE (Caserta) – In questi giorni, tra i vari comunicati giunti in redazione, abbiamo notato quello relativo al Premio Internazionale di Arte Contemporanea “Iside”, che si svolgerà dal 10 al 18 novembre alla Rocca dei Rettori di Benevento.

Sfogliando i documenti, tra i vari artisti espositori, abbiamo notato il nome di un cittadino di Casagiove. Oggi per la nostra rubrica “Incontro con l’artista” abbiamo avuto il piacere di dialogare con Andrea Varrone, pittore, classe 1971, nativo di Caserta, ma residente da alcuni anni a Casagiove, dove appunto si dedica alla sua arte.

Da dove nasce la passione per il disegno e per l’arte in generale?

E’ una passione che ho sempre avvertito in me, fin da quando ero bambino. L’ho coltivata pian piano fino a farla diventare una vera e propria ragione di vita. Ho iniziato il mio percorso artistico come vignettista, ma poi pian piano ho cominciato a sperimentare ed a creare dedicandomi completamente ad una pittura di tipo astrattista, basata su un’intensa ricerca cromatica.

Sappiamo però che lei non si dedica solo alla tecnica classica con il pennello, giusto?

Esattamente. La sperimentazione che mi ha portato alla pittura non ha avuto termine con il rapporto tela pennello. Diciamo che sotto questo aspetto sono poliedrico e mi lancio in creazioni che si basano su diverse tecniche come il frattage, il collage, grattage, timbri, acrilico e tanto altro.

Quali sono le tematiche e le sensazioni che Andrea Varrone vuole che arrivino al pubblico?

Andiamo con ordine. Per il Premio Internazionale d’Arte Contemporanea “Iside” mi sono concentrato sulla tematica dell’amore, con la rappresentazione di un cuore spezzato da cui fuoriescono un insieme di colori allegri e vivaci. Il messaggio è chiaro: anche se in amore capita di ritrovarsi con il cuore spezzato, non bisogna smettere di vivere, anzi bisogna andare avanti godendosi a pieno tutte le emozioni che troveremo sul nostro cammino. In generale non ho una tematica specifica così come non voglio essere io a comunicare il sentimento che poi lo spettatore è costretto a immaginare. In fondo l’astrattismo è proprio questo: io voglio che i miei quadri siano un mondo nel quale lo spettatore è protagonista, dove da solo troverà e proverà quelle emozioni che l’opera gli susciterà.

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