Algeria. Sbai: “Supporto al popolo in rivolta, ma no a nuova primavera araba”

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«Seguo con apprensione quello che sta accadendo in Algeria, dove infiamma la protesta e si conta il primo morto. Quello algerino è un popolo stremato, che per oltre vent’anni ha subito l’oppressione sia del regime autoritario di Bouteflika che degli estremisti della Fratellanza Musulmana. Il popolo algerino ha ragione nel volersi liberare dell’ancien regime, ma la sua rivolta non deve trasformarsi in una nuova Primavera Araba. Il rischio infatti è che il malcontento popolare venga sfruttato dai gruppi espressione della Fratellanza Musulmana per prendere la guida delle proteste e poi il potere, al fine di stabilire una dittatura fondamentalista. Quello che è accaduto in Egitto e soprattutto in Siria e in Libia non deve ripetersi in Algeria. L’Europa e l’Occidente hanno imparato la lezione della Primavera Araba? Se sì devono intervenire a sostegno del popolo algerino e della sua voglia di cambiamento, sbarrando però il passo alla Fratellanza Musulmana e agli stati canaglia che la sponsorizzano: il Qatar degli emiri Al Thani e la Turchia di Erdogan. L’Italia, in particolare, è chiamata a svolgere un ruolo di primo piano: in virtù della sua vicinanza geografica, la sicurezza del Paese si troverebbe a dover reggere l’urto di una nuova guerra civile in Nord Africa, dopo quella libica, con l’aggravarsi della minaccia terroristica e della crisi migratoria».

È quanto dichiara Souad Sbai, Presidente dell’Associazione Donne Marocchine in Italia (ACMID).

Roma, 2 marzo 2019

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