Lavoro, i dipendenti più soddisfatti dalla stabilità che dal salario: il commento di Bosco (Uil)

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Benevento, 21 marzo 2019. – I lavoratori italiani sono abbastanza soddisfatti del loro lavoro, molto meno della loro retribuzione. E’ questo, in estrema sintesi, l’esito della prima Indagine sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti realizzata dal Centro Studi della Uil, presieduto da Luigi Angeletti, in collaborazione con Ipazia Ricerche e presentata, in una conferenza stampa con il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. I dati emersi da questa indagine confermano la fondatezza delle nostre preoccupazione e la validità delle nostre proposte. Viene resa evidente la differenza retributiva che esiste tra il Nord e il Sud del Paese (126 euro), tra uomini e donne (150 euro) e tra chi fa contrattazione di secondo livello e chi non la fa (250 euro). Il problema vero è che l’alto livello di tassazione falcidia i redditi dei lavoratori dipendenti ed è su questo punto che occorre intervenire. Inoltre, noi crediamo che si possa far crescere la produttività, senza sfruttamento, ma con il benessere lavorativo. Solo così si può invertire la tendenza che, oggi, continua a spingere al ribasso il valore netto dei salari dei lavoratori italiani.

L’indagine campionaria pilota ha coinvolto 1.044 lavoratori dipendenti, tutti contrattualizzati, e di tutti i settori. Le retribuzioni più alte sono state registrate nei settori del credito, dell’esattoria e delle assicurazioni (1.995 euro la retribuzione media netta); quelle più basse nel settore agroalimentare (1.151 euro). Nella graduatoria della soddisfazione dei lavoratori intervistati, le prospettive di carriera e i guadagni sono nella parte bassa della classifica, mentre nella parte alta si colloca la stabilità. Un valore, quest’ultimo, positivo proprio in ragione del fatto che il campione preso a riferimento è composto da lavoratori a cui è applicato un CCNL.

“L’obiettivo dell’Osservatorio sulle retribuzioni della Uil – dichiara Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) – è quello di costruire la prima serie storica delle retribuzioni e verificarne puntualmente l´evoluzione nel tempo. Sulla questione del salario minimo – conclude il sindacalista – va detto che fare una legge ad hoc non vuol dire avere la certezza che poi venga applicata. Sono necessari, da una parte, più controlli per estirpare le radici del lavoro nero, e dall’altra, serve più contrattazione per recuperare salario di produttività da erogare ai lavoratori”.

Ufficio stampa Uil Benevento

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