L’apertura della nuova chiesa dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione di Coccagna e i sontuosi festeggiamenti del 1903

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“Deh! Dolcissima avvocata
Volgi a noi dal Cielo il ciglio,
E pietosa col tuo Figlio
Tu ci assisti, o Madre amata:
O Concetta Immacolata!”

(dall’Inno all’Immacolata Concezione recitato nella città di Taranto)

 

Si esprime un doveroso ringraziamento al Consiglio Direttivo dell’ Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione.

 

Introduzione

L’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione, formatasi per volontà di uomini pii e devoti del villaggio di Coccagna, è il Pio Sodalizio più giovane ad essere sorto nel territorio casagiovese (già Casanova e Coccagna). Questa infatti, ottenne il Regio Decreto sia sulla Fondazione che sulle Regole (Statuto) il 6 giugno 1826, per mano di Sua Maestà il re del Regno delle Due Sicilie, Francesco I di Borbone. Non sappiamo agli inizi della loro attività caritativa – assistenziale, dove i confratelli dell’Immacolata si fossero riuniti. Dalla lettura dei “Verbali delle Adunanze” della seconda metà dell’Ottocento si evince che, già in quegli anni i confratelli avevano dimora presso una cappella ubicata nella strada detta “Cancello”, probabilmente dove oggi si erge la chiesa dell’Immacolata Concezione, costruita grazie alla donazione del terreno da parte della benestante famiglia Castiello, nell’incrocio tra via Gaiano e via XXV Aprile. Nel corso del tempo, diverse sono state le onorificenze che hanno dato notorietà al Pio Sodalizio mariano, ricordando in modo particolare l’aggregazione alla Venerabile Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione eretta nella Basilica di San Lorenzo in Damaso a Roma, aggregazione che diede modo ai confratelli casagiovesi di poter usufruire degli stessi diritti e delle stesse indulgenze concesse ai confratelli romani. Altro momento importante per la storia del Sodalizio è stata la sua elevazione al rango di “Arciconfraternita” avvenuta nel 1950, titolo quest’ultimo di grande onore, concesso soltanto dalle autorità competenti, sulla base di determinati requisiti.

I. La “nomina” della nuova cappella della Confraternita

Il 7 gennaio 1900, il priore della Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione, Alessandro Santoro, unitamente con il Seggio Priorale (Consiglio Direttivo) e ai componenti tutti della Congrega, “animato da tutti i Fratelli” aveva stabilito di edificare “la cappella appartenente alla detta Congrega”. In quell’ adunanza di inizio XX secolo, quindi,  era stato deciso di “appianare la antica cappella che stava in cattivo stato” e una volta abbattuta quest’ultima, che fino a quel momento aveva dato modo ai confratelli di Coccagna di poter espletare tutte quelle opere di culto e di pietà previste dalla Regola statutaria, “in corso del tempo si è(ra) impiantata là la nuova con le opere del signor Santoro come priore e con la buona volontà dei fratelli e anche i Benefattivi del parroco”. La costruzione della nuova cappella “per conto della stessa Congrega” era giunta “circa ad una metà del lavoro”, quando ad un certo punto venne “data la soppressione al lavoro per far riposare la nuova fabbrica”. Pertanto il Priore unitamente ai confratelli, avevano stabilito di dare “in appalto” il resto della costruzione della nuova cappella al “maestro muratore” signor Tommaso Bennardo “del comune di Recale”, il quale avrebbe completata l’opera “della nuova costruzione” il giorno 12 ottobre 1902. Una volta “fattasi la costruzione di fabbrica” da parte del maestro signor Bennardo si procedette a “dare principio allo stucco nell’intero della cappella”. Il Priore allora, insieme con gli altri componenti, decisero “per la costruzione dello stucco” di affidare l’opera al maestro stuccatore il signor Tommaso Martuccio, in base ovviamente ad un prezzo deciso all’inizio della nomina. Una volta concluso il lavoro di stuccatura, il signor Martuccio “terminata la sua opera”, consegnò la cappella nel giorno 5 maggio 1903. Il Priore della Congrega quindi, “vista la nuova cappella che stava tutta completata e avente la grande premura di incominciare la funzione sacra”, aveva stabilito di “farla benedire per incominciare a far celebrare la messa nei giorni festivi”. Il 23 maggio 1903, sabato, venne dunque benedetta la nuova cappella dal reverendo parroco di Coccagna don Pasquale Fiano, insieme con i due assistenti, i reverendissimi sacerdoti don Michele Fiano e don Pasquale Vitale. Nello stesso giorno venne celebrata “con gran pompa” la santa messa “con tutti e tre i sacerdoti”. Il giorno seguente, la domenica del 24 maggio 1903, venne celebrata “con gran festa e pompa” nuovamente la santa messa, officiata sempre  dai tre sacerdoti, mentre alcuni fratelli (confratelli) “avevano fatto professo” (avevano celebrato il rito dell’investitura come confratelli).

II. La festa dell’Immacolata Concezione nel 1903

La costruzione della nuova chiesa dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione, andava a soddisfare esigenze non solo di spazio, ma soprattutto esigenze legate al culto e alla venerazione verso la Gran Madre di Dio. Per rendere ancor più solenne il momento dell’apertura della nuova cappella, i confratelli della Congrega decisero di celebrare la festa “esterna” in onore dell’Immacolata Concezione nei giorni 30, 31 maggio e 1 giugno 1903. Il Priore allora aveva stabilito di riportare la statua della Vergine nella nuova cappella, perché prima dei lavori era  stata trasportata nella chiesa parrocchiale di Coccagna. Sabato 30 maggio 1903 “alle ore sei dopo meridiano” era “sfilata la processione dalla detta chiesa parrocchiale” che aveva visto il trasporto dell’immagine della Vergine Immacolata “solennemente accompagnata con due bande musicali, la banda di Casapulla e la banda di Macerata (Campania)”. Non appena ebbe inizio l’imponente processione, la statua della Madonna, partendo dalla chiesa parrocchiale della Madonna della Vittoria, venne direttamente portata “alla nuova filanda serica per l’inaugurazione del nuovo stabilimento” e, una volta “entrata la processione nello stabilimento […] si è(ra) trovata la macchina fotografica”, con la quale venne “scattata la fotografia a tutta intera la processione con la detta statua e tutto il popolo”. Terminato lo scatto fotografico, il proprietario del nuovo stabilimento il signor cavalier Carlo Dumontet, aveva offerta un’elemosina alla Vergine Immacolata pari a “un biglietto di lire cento”. Una volta uscita la processione dallo stabilimento, questa aveva “girato tutto il paese” solennemente accompagnata da “tutte le Congreghe del paese tutte con torce accese”, fino a riaccompagnare la statua nella nuova cappella. La mattina di domenica 31 maggio 1903 si celebrò la “messa in musica con filarmonica concertata” dai signori professori di Santa Maria Capua Vetere. In quello stesso giorno “alle ore quattro” la banda musicale di Casapulla aveva suonato “in piazza al largo di Santa Maria della Vittoria”, eseguendo poi, alla sera dei pezzi musicali scelti, il tutto sotto la sfavillante illuminazione istallata “per tutto il paese”. Lunedì 1 giugno 1903, la celebrazione della santa messa, accompagnata allegramente “da qualche sparo di botti artificiali”, vide protagonista non solo il parroco di Coccagna, don Pasquale Fiano, ma pure il reverendo don Antonio De Rosa della curia arcivescovile di Capua, il quale, invitato per la solenne occasione, fu il primo a proclamare la predica (omelia) “dal nuovo pulpito”. Ad ogni modo, quella santa messa “è(ra) riuscita splendida e con molta solennità”. Il pomeriggio di quello stesso giorno, alle ore cinque, la banda musicale di Casapulla girò “tutto il paese”. La festa si concluse con la benedizione eucaristica e con il “fuoco artificiale al largo di Santa Maria della Vittoria”. Alla fine della redazione del verbale, il priore della Congrega affermava che, nell’ insieme, la festa era “riuscita molto bene e contenti tutti i cittadini del paese, riuscita con molta pompa e molta solennità”.

Fonti

ARCHIVIO STORICO DELL’ ARCICONFRATERNITA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI COCCAGANA, Libro delle Deliberazioni 1857 – 1913.

 

(L’abside della chiesa dell’Immacolata Concezione in una foto d’epoca)

 

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