Fiera Agricola: la tracciabilità dei prodotti agroalimentari, convegno d’apertura concluso con successo

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E’ con il grande tema dell’etichettatura e della rintracciabilità dei prodotti agroalimentari che si è aperta la 14esima edizione della Fiera Agricola.

Al primo convegno, che si è svolto stamane presso il polo fieristico A1Expò, hanno preso parte il Presidente del Centro Studi consumi e ambiente Indagini3 Rosario Trefiletti, il Presidente dell’ordine degli Agronomi Pasquale Francesco Galdieri e la Deputata M5S Margherita del Sesto componente della commissione Agricoltura della Camera. Al presidente Galdieri è toccato lanciare l’allarme sulle maglie aperte nella legislazione che si occupa proprio della tutela dei consumatori nel comparto agricolo. “Il rischio più grande – ha dichiarato Galdieri – è che si possa verificare una vera e propria elusione delle normative a tutela della salute degli utenti come nel caso dell’acquisto da paesi extra europei di prodotti poi ri-etichettati nei confini comunitari con tutte le attestazioni del caso, possedute dalla ditta importatrice”. Un pericolo vero e proprio su cui si è espresso anche Rosario Trefiletti. “Sono anni che conduco battaglie sulla tracciabilità ma la soluzione legislativa tarda sempre a venire o magari arriva, depotenziata e denaturata, in caso di emergenze sanitarie. Il cittadino ha il diritto di sapere esattamente da dove proviene il cibo che è in tavola. E’ una battaglia che riguarda le olive, il grano, i pomodori e decine di altri prodotti che quotidianamente usiamo nelle nostre case. La politica – ha concluso Trefiletti – deve farsi carico di questa problematica”. E la politica, nella fattispecie, la deputata con delega all’agricoltura, Margherita Del Sesto, ha assicurato un suo diretto interessamento, oltre ad aver spiegato nel dettaglio su cosa ha lavorato e sta lavorando il governo centrale. “Siamo sempre stati sensibili alle battaglie in difesa dei consumatori e continueremo anche su questo fronte delle etichettature – ha affermato – piuttosto è complicato far comprendere in sede Europea la bontà dei nostri prodotti. La nostra mozzarella, ad esempio, è attenzionata dall’Unione Europea che verifica il tasso di grasso dei prodotti senza considerare l’uso che se ne fa e il quantitativo effettivamente mangiato. All’inverso abbiamo registrato un aumento netto dell’export, sempre della mozzarella, e quindi sarà opportuno cambiare qualcosa non soltanto a livello nazionale ma anche, e soprattutto, a livello europeo”.

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