“Sposa reportage”: il matrimonio narrato di Alessandro Musone

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CASERTA. Quello della fotografia, e in particolare della fotografia per matrimoni, è un settore spesso autoreferenziale. I fotografi si incontrano per parlare, discutono tra loro sui social network, partecipano a premi organizzati da altri fotografi. Un circolo e ricircolo di opinioni che, quando va bene, stimola una sana competizione e una rielaborazione di modelli validi, ma che rischia di tenere fuori coloro ai cui la fotografia è rivolta: gli sposi, i veri protagonisti dell’evento.

Al di là della cerchia dei professionisti, brulica un universo di ragazzi che si offrono sul mercato senza una vera formazione fotografica e clienti che, viziati e illusi dal web, in cui tutto sembra lecito e possibile, avanzano richieste infondate e pretese assurde. Da questo substrato caotico stanno emergendo nuovi gusti e aspettative che i fotografi professionisti non possono ignorare, altrimenti l’onda anomala li travolgerà. Ciò non significa che il professionista debba piegarsi a qualsiasi capriccio, rinunciando a personalità, sensibilità e creatività. Al contrario, deve, più che mai, riaffermare la sua unicità, differenziarsi, nella consapevolezza, però, che non esistono rendite di posizione, che i desideri del cliente sono mutevoli, che se non ci si rinnova si finisce ai margini del mercato.

Un progetto che punta a un equilibro tra cifra stilistica, cura “sartoriali” nei servizio fotografico e nuove tendenze è “Sposa reportage” (www.sposareportage.it), ideato da Alessandro Musone, un fotoreporter professionista casertano, di grande esperienza, che approda al wedding dal mondo dei viaggi e delle arti: «“Sposa reportage” – dichiara – non è un prodotto, è una nuova filosofia di lavoro che si basa sull’ascolto, sullo scambio energetico tra il fotografo e la sposa, e coniuga lo stile del reportage al racconto del matrimonio. È rivolto a un target preciso di clienti: quelle donne che cercano un genere spontaneo e informale, perché non amano mettersi in posa, perché si sentono impacciate nel farsi scattare delle foto, perché desiderano un servizio diverso, unico. In realtà, ogni matrimonio lo è, perché unici sono le persone, le circostanze e i luoghi: sono la fotografia e le riprese classiche che li rendono tutti uguali. Nel reportage questo non accade: non ci sono costruzioni, il fotografo non intervenire a modificare la scena o a pilotare gli attori. Non c’è fiction, solo realtà! La sposa – aggiunge Musone –, non va trattata come una “marionetta” da flash, sballottata a destra e sinistra in posizioni sempre uguali; deve sentirsi a suo agio e vivere quella giornata con la persona che ama, la sua famiglia e i suoi ospiti, in un incontro che intreccia le storie di tutti».

In “Sposa reportage”, il racconto per immagini inizia dai preparativi, mesi prima dell’evento. Anche la fase organizzativa, le decisioni da prendere e, perché no, le ansie della vigilia richiedono una documentazione visiva; altrimenti, negli anni, i ricordi si affievoliscono e si perdono per sempre. Per Musone, il matrimonio è un’esperienza da vivere fino in fondo, è un viaggio meraviglioso. È naturale che un approccio così presupponga delle scelte rigorose: «Accetto – rivela il professionista – fino a un massimo di 12 eventi l’anno, dedico alla sposa i 30 giorni che precedono il sì, curo di persona la sceneggiatura del matrimonio e, soprattutto, in 30 giorni consegno il lavoro, compresi oltre 300 file ad alta risoluzione; tutto con la clausola “soddisfatta o rimborsata”. Poi, né prima, né durante, né dopo l’evento, un solo fotogramma del matrimonio è condiviso sui social network, come Facebook e Instagram, o sfruttato per fini autopromozionali. Io e i miei collaboratori siamo una presenza attenta, professionale e discreta, quasi “invisibile”, e realizziamo solo foto in linea con la personalità, lo stile e le indicazioni che mi fornisce la sposa negli incontri che abbiamo. Parlarsi, ascoltarsi, è essenziale».

Il team di “Sposa reportage” fotografa e stampa in “fine art”, una tecnica mutuata dalla spera museale che conferisce a ogni scatto un incontestabile pregio artistico; mentre gli operatori girano solo riprese con qualità cinematografica. Quello del reportage è un approccio nuovo nel wedding, che, negli ultimi anni, sta cercando di dare nuovi stimoli a una fotografia che ha vissuto un periodo di lunga stagnazione.

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