Dieci anni del Laboratorio di Teatro Classico il Manzoni va in scena venerdì con ANAKYKLOSIS

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Voi siete i nuovi trecento di Leonida. E fuori… trecentomila Persiani”. Risuona ancora forte e vibrante il grido di Roberto Vecchioni ai giovani liceali del Liceo Manzoni di Caserta. Nella lectio magistralis tenuta a Caserta non più di dieci giorni fa, il prof. aveva incantato la platea di studenti e docenti con la forza che solo un “testimone” è capace di imprimere alle proprie parole. Fino a lasciarsi autenticamente commuovere e trascinare quando gli attori del “Laboratorio Teatro Classico” hanno inscenato una piece tratta dalle pagine del suo ultimo libro. Dunque: se il Liceo Classico è ancora un avamposto di cultura contro l’imbarbarimento etico che si affaccia pericolosamente nelle coscienze dei giovani contemporanei, gli attori del Manzoni da anni “combattono” alle loro “Termopoli”, senza mai perdere entusiasmo.

E sono dieci. Dieci anni di Laboratorio. Dieci anni di storie e di giovani che continuano ad incantarsi alle storie dei Greci, perché, come recita una delle battute dell’ultimo lavoro che sarà presentato Venerdì 13 dicembre al teatro don Bosco, alle ore 19, “Voi Greci, siete sempre bambini e non avete alcun insegnamento che sia canuto per l’età.”

Una grande contaminazione di generi, di codici espressivi, di lingue, suoni e costumi segna l’opera dal titolo “ANAKYKLOSIS, ovvero dell’Eterno Ritorno” con cui il Laboratorio di Teatro Classico del Liceo Manzoni di Caserta ha partecipato per il decimo anno consecutivo al Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani, promosso dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, nella splendida cornice del Teatro Akrai, in Sicilia.

La storia del Laboratorio si declina in dieci anni di lavoro, di studio, di ricerca filologica, di sperimentazione e, soprattutto, in un centinaio di ragazzi che si sono succeduti, in questo decennio, con la consapevolezza, per i docenti, di aver seminato e raccolto: a partire dal titolo di “Fuoco di Prometeo”, rilasciato dall’I.N.D.A. di Siracusa al Laboratorio del Liceo Manzoni di Caserta, a guida della Preside Adele Vairo, proseguendo, con le successive consacrazioni: dall’Aula Magna della Università Cattolica di Milano, con la premiazione di “Processo a Medea” quale spettacolo vincitore della rassegna “Thauma”- Teatro Antico per le Scuole, a Napoli Teatro Festival, dove il Laboratorio è stato invitato ad aprire una serata sul Dramma Antico a firma di Eva Cantarella, passando per l’entusiasmo di pubblico che accompagna le pieces teatrali dei giovani attori.

La serata-evento di venerdì sera sarà presentata dal giornalista Antonio Luisè.

Un’opera in tre quadri, Anakýklosis, in cui i giovanissimi interpreti, studenti dal primo al quinto anno liceale, si cimentano con codici espressivi diversi, epico, tragico, comico e lirico, volti tutti a dimostrare l’attualità di un messaggio e di una Parola, quella dei Greci, che di “antico” ha solo la convenzione linguistica appartenente al significante, mentre si staglia ancora di più in una semantica poderosa ed inequivocabilmente fuori dal tempo per diventare un consiglio dettato al cuore di chi lo com-prende.

Il primo quadro affronta il tema della guerra e la condanna della stessa: attraverso le pagine di Omero ed Eschilo si arriva fino al coro dell’Aiace in cui l’uomo viene identificato come l’artefice di ogni abominio: non è ancora forse vero?

Nel secondo quadro si mettono in scena le delusioni storiche delle utopie attraverso il sarcasmo e la pungente ironia di Aristofane, con l’Ecclesiazuse: quando l’ideale del “comunismo” viene preso troppo alla lettera, c’è il rischio di mettere in comune anche quello che non ti aspetti: i sentimenti!

Ultima scena ha come protagonista il mare: quel mare sempre uguale a se stesso, che ti affascina ma che ti distrugge se lo affronti con disperazione. E’ il triste monito dei “naufragi” di un tempo e dei “naufraghi” di ogni tempo, soprattutto di quelli di cui si è perso, nei flutti, l’ultimo segno di riconoscimento: il nome.

Ognuno dei quadri ha richiami con un tempo fuori da quello raccontato: per cui si alternano incursioni nella seconda guerra mondiale, nell’opera e nel teatro partenopeo con la sua lingua – sermo familiaris del moderno kòmos –  ed infine nella drammatica attualità della cronaca.

Ecco perché tutto ritorna. E nella clessidra del tempo ritornano i drammi, le gioie, le delusioni e poi… i drammi e poi ancora le gioie e poi…

Team del Laboratorio:

regia: Massimo Santoro

testi e traduzioni: Almerinda Della Selva con Giovanni Fierro

costumi: Titti Farina

scenografie: Carmine Posillipo

musiche: Massimo Santoro e Domenico Angelino

responsabile tecnico: Eduardo Del Prete

organizzazione: Andreina Pascarella

rapporti con l’INDA: Emilio Colucci

assistente alla regia: Emanuele Perrotta

collaborazione ai costumi: Maria Grazia Di Lillo

realizzazione grafica: Donatella Sandias con Sara Basso

dirigente scolastico: Adele Vairo

con (in ordine di apparizione): Viola Santoro, Michele Carpino, Vittoria Fusco, Seif Dridi, Giovanni Greco, Laura Canzano, Vittorio Ricciardi, Marco Barbato, Alessia Santoro, Gaia Schiavottiello, Enza Lauritano, Francesca Casertano, Ilaria Vassallo, Vincenzo Rossetti, Davide Maffei, Lorenzo Posillipo, Laura Marini, Cloe Greta Lettieri, Eliana Tammaro, Fabiana Santonastaso, Clelia Della Gatta, Benedetta De Carlo, Angela Vollaro, Sabrina Bruno, Sara Basso, Martina Marrone, Amedeo Zitelli, Rosanna Mauro

e con

Domenico Angelino, Miriana D’Albore, Ludovica Buzzanca.

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