Si è tenuto oggi in Regione Campania a Palazzo Santa Lucia una riunione di lavoro in ordine alle attività di progettazione ed utilizzo dello Stir di Casalduni (BN).
L’incontro ha fatto emergere la decisa determinazione della stessa Regione a proseguire nella programmazione definita con la Provincia negli anni 2017 e 2018, finalizzata a progettare e realizzare un impianto di lavorazione della frazione organica all’interno dell’impianto. Una progettualità che trova la sua fonte normativa nella Legge Regionale n. 14 del 2016 e nel Programma regionale del sistema di gestione dei rifiuti approvato dalla stessa Regione.
La Presidenza della Provincia in carica non poteva non prendere atto della precedente programmazione. Però, in considerazione dell’affievolimento di ruolo e funzione dell’Ente Provincia in materia di rifiuti, ha ritenuto opportuno proporre una verifica urgente per la compatibilità della progettualità regionale con il reale stato dell’impianto Stir, che, com’è noto, è caratterizzato dai tre incendi che lo hanno devastato a partire dall’agosto 2018, menomandone la funzionalità, che peraltro deve anche fare i conti con la presenza massiccia di rifiuti da evacuare nonché da un provvedimento di sequestro che investe parte dell’impianto.
Peraltro, l’interesse verso il territorio di diverse iniziative private concomitanti alle progettualità regionali oltre che all’impiantistica già presente sul territorio, ha portato a rilevare la necessità di veder regolati i flussi di interesse complessivo: altrimenti si corre il rischio di veder realizzata nel Sannio un’impiantistica con una potenzialità di lavorazione dei rifiuti ben oltre la produzione del territorio che non tocca le 30.000 tonnellate annue.
Si impone una riflessione che è necessaria per evitare che la Provincia di Benevento diventi il ricettacolo di tutte le iniziative indesiderate nelle altre Province. Bisogna decisamente scongiurare che il Sannio diventi il luogo di lavorazione di rifiuti organici prodotti nelle altre Province della Campania in deroga ai principi della autosufficienza di ogni ambito territoriale. L’Ente d’Ambito presente al tavolo ha evidenziato la propria contrarietà all’impianto di trattamento della frazione organica decisa dalla Regione, proponendo un diverso utilizzo delle relative risorse pubbliche e indicando nella soluzione di un partenariato pubblico-privato la soluzione all’esigenza di dare impiantistica al territorio. Questa sarebbe la soluzione per cogliere ed incrociare l’interesse dei privati alla realizzazione degli impianti nel Sannio. L’assessore regionale all’ambiente Fulvio Bonavitacola ha in maniera risoluta censurato questa soluzione che non trova assolutamente rispondenza nelle esigenze del sistema regionale che vuole la realizzazione dell’impianto in maniera più celere possibile, evitando le lungaggini di una procedura mirata alla definizione di un rapporto pubblico-privato, stimata in non meno di quattro/cinque anni. A tal proposito, in merito alla volontà espressa dal direttore generale dell’Ente d’Ambito è stata chiesta la adozione di un apposito deliberato che ne ufficializzi la posizione.