Digestore a Santa Lucia, Speranza per Caserta attacca l’amministrazione

"Scelta scriteriata e dannosa per i residenti, ennesimo spreco di risorse"

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Una interrogazione per chiarire quali sono le motivazioni che hanno spinto l’amministrazione comunale di Caserta a ‘ripensare’ le proprie scelte relative alla realizzazione dell’ormai famoso, e famigerato, digestore da 40 tonnellate annue di rifiuti inizialmente previsto nell’area Asi di Ponteselice. Questo l’intento dei consiglieri di Speranza per Caserta Norma Naim e Francesco Apperti che hanno protocollato il documento indirizzandolo all’attenzione del primo cittadino, Carlo Marino, e dell’assessore all’Ambiente, Franco De Michele. La vicenda del digestore risale ormai al 2017 quando la Regione Campania ha stanziato notevoli risorse per realizzare, in tutto il territorio regionale, gli impianti per il trattamento della frazione umida dei rifiuti. Solo negli ultimi giorni, dopo le proteste della cittadinanza e i ricorsi alla giustizia amministrativa, l’amministrazione ha deciso di vagliare la possibilità di realizzare l’impianto, che servirà a raccogliere i rifiuti da decine di comuni della provincia, nell’ex cava D’Agostino in località Casa Mastellone, alle spalle del santuario di Santa Lucia. “Ci piacerebbe sapere dall’amministrazione comunale – chiarisce la capogruppo di Speranza per Caserta, Norma Naim – come mai si sta ipotizzando uno spostamento dell’impianto senza metterne a conoscenza il consiglio comunale, impegnando ulteriori e ingenti risorse pubbliche per incarichi di indagine su un territorio già sottoposta a vincolo idrogeologico per rischio frana. Senza contare – continua Naim – che in attesa del giudizio del Consiglio di Stato sollecitato da noi e dai comitati cittadini sulla precedente localizzazione a Ponteselice, l’amministrazione aveva già affidato la progettazione definitiva dell’impianto”. “Ci lascia sempre più basiti ed increduli la persistente ostinazione di questa amministrazione a trovare un angolino del nostro territorio comunale adatto a piazzarci questo impianto – sostiene il consigliere comunale Francesco Apperti – Arrendetevi! Questo posto semplicemente non esiste, lo ribadiamo da anni, giacché nel 1996 il suolo casertano fu giudicato inidoneo ad ospitare qualsiasi impianto di trattamento rifiuti da un organismo terzo, la struttura tecnica presso la Prefettura”. Necessità di chiarezza che, comunque, non placa le polemiche e porta Speranza per Caserta a contestare la nuova localizzazione individuata dal dirigente Francesco Biondi in zona Santa Lucia. “La nuova area scelta è sicuramente ancora meno adatta di Ponteselice – chiarisce il coordinatore Michele Miccolo – se nella zona Asi il problema erano le così dette ‘case sparse’ e la vicinanza al complesso Borbonico, ora si intende lavorare 40mila tonnellate di umido dove insiste una larga fetta della popolazione casertana, con il rischio concreto di minacciare la salute dei residenti di Tuoro, Garzano, del parco Cerasole e del parco degli Aranci oltre che della già martoriata San Clemente, da decenni alle prese con l’annosa gestione dei fronti di cava. Senza contare che verrebbe direttamente coinvolta anche l’area del futuro Policlinico. Una scelta scriteriata e compiuta senza confronto politico a danno della salute dei cittadini proprio in un momento in cui l’epidemia da Coronavirus ha finalmente portato le istituzioni nazionali a ragionare sempre più del diritto alla Salute e della tutela dell’Ambiente. In attesa di conoscere maggiori notizie dall’amministrazione comunale è bastato sovrapporre la grafica dell’impatto odorigeno dell’impianto a Ponteselice alla nuova localizzazione per capire il disastro che questa amministrazione sta provocando con gran danno della salute e del portafoglio dei casertani. Chi vive nella periferia est – conclude Miccolo – sa bene che i venti sono certamente più forti che in zona Asi quindi lo scenario che ipotizziamo è senza dubbio ben peggiore di quello che la nostra ‘sovrapposizione’ grafica delinea. E’ scontata la nostra opposizione in ogni sede competente a questo ennesimo sfregio alla salute dei casertani”.

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