Il presidente Di Maria ha ricordato il sindaco di Apice Bocchino

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Il Presidente della Provincia Antonio Di Maria ha inviato al Sindaco di Apice, al Presidente Provinciale delle Acli, al Cesvolab e al Parroco di Santa Maria dell’Assunta e di San Bartolomeo un messaggio in occasione della manifestazione in onore di Luigi Bocchino, Sindaco ininterrottamente dal 1956 al 2004. Di Maria ha definito Luigi Bocchino, scomparso nel 2007, «un vero protagonista della storia del Sannio», perché guidò con una «azione straordinaria» la Città di Apice «per salvare la storia e l’identità culturale e civile della sua comunità e per farla rinascere». Colpita da un evento tellurico nel 1962, Apice, che al tempo contava 6.500 abitanti, sotto la guida di Bocchino, fu ricostruita interamente in altro sito: si trattò, ha ricordato Di Maria, di una operazione urbanistica improntata all’eccellenza e da additare ad esempio. Ma, ha proseguito il Presidente della Provincia, Bocchino non volle solo limitarsi a questo; egli lavorò con tenacia e lucidità per decenni per riportare vita, uomini, donne, bambini, servizi, attività artigianali e commerciali nel centro antico di Apice. «L’impegno di tutta la sua lunga stagione politica ed amministrativa», ha scritto Di Maria, «fu quello di impedire che l’oblio si portasse via Apice. Il suo programma di lavoro e la sua azione politico-amministrativa furono dunque lungimiranti. Si può dire che Bocchino anticipò i tempi nel momento in cui teorizzò che non si poteva consentire che secoli di storia e di civiltà fossero abbandonati del tutto». Di Maria ha sottolineato come oggi molti intellettuali ed in misura minoritaria i politici siano impegnati per impedire la desertificazione socio-economica e lo spopolamento dei piccoli borghi delle aree interne collinari e montane; ma sessanta anni or sono Luigi Bocchino era tra i pochi a battersi su questo fronte. «Ancora agli inizi del Terzo Millennio Luigi Bocchino lavorava per questo obiettivo, nonostante l’avanzare dell’età», ha sottolineato Di Maria, che ha aggiunto: «egli aveva chiamato a lavorare insieme Istituzioni ed Università per far rivivere la città-fantasma, gli antichi portali, i pontili, le corti, i porticati, le abitazioni di un tempo». Luigi Bocchino, ha concluso Di Maria, «è stato dunque un uomo politico che ha dato un esempio eccezionale di amore e di dedizione per la propria gente. Egli ha saputo cogliere con grande sensibilità e con spirito di servizio i bisogni veri e concreti della propria collettività. Ha dimostrato di essere in grande anticipo sui tempi e sulle idee correnti. E’ stato un Maestro per intere generazioni di uomini politici ed amministratori».

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