«Ripartiamo dal teatro», al Parravano arriva anche ‘Camille’ dell’ARB Dance Company

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«CAMILLE». È lo spettacolo che l’ARB Dance Company porta in scena venerdì 19 novembre alle 20 al Teatro Comunale «Costantino Parravano» di Caserta. La direzione artistica è di Annamaria di Maio, concept Valeria D’Amore, adattamento testi e coreografie Francesca Gammella. Lo spettacolo ha debuttato lo scorso anno nell’ambito del Napoli Teatro Festival presso il Teatro Bellini.

L’evento fa parte della rassegna «Ripartiamo dal teatro», promossa dagli assessorati alla Cultura e ai Grandi Eventi del Comune di Caserta e finanziata dalla Regione Campania (POC Campania 2014-2020), in programma fino al 30 novembre. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti con prenotazione 72 ore prima di ogni spettacolo su www.eventbrite.it

L’accesso agli eventi è consentito agli spettatori muniti di green pass e di mascherina.

Sinossi

 «Lo spettacolo trae ispirazione dall’opera letteraria Camille di Dacia Maraini in cui viene narrata nell’intima essenza della sua anima la storia della grande artista francese Camille Claudel. “Nessuno, dico nessuno, può raccontare meglio di me, la storia di Camille Claudel”. Queste le parole del maestro Auguste Rodin, che nel suo ricordo senza tempo della sua Camille danno vita a una performance emozionante in cui teatro, musica, danza e arte multimediale prendono forma, per raccontare la storia di una donna che ha combattuto per affermare il proprio talento e la propria indipendenza. L’azione si svolge in un tempo non definito in cui la figura astratta di Rodin, ormai anziano, si antepone a quella di una Camille rassegnata e stanca a causa del suo internamento in manicomio. Le due figure si raccontano perse e distanti nel ricordo di una vita fatta di arte, amore, passione e tanta sofferenza. Il racconto intimo di un’artista abbandonata al proprio destino diventa lo spunto a una riflessione più profonda del mondo femminile, in cui la donna si ritrova a combattere la sua battaglia per l’emancipazione e l’affermazione, paga l’amara conseguenza di vivere la solitudine e l’emarginazione sociale ed emotiva. La performance vuole sviscerare quell’aspetto intimo umano che rende Camille una donna di cui volersi prendere cura. Ed è proprio nel suo rimpianto che Auguste Rodin rievoca il ricordo di tante Camille, ognuna con il suo pezzo di vita, ognuna con la sua grinta, la sua tenacia e voglia di vivere, ma anche il suo dolore e la sua tragica sconfitta».

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