“Medea – Voci” di Christa Wolf per la regia di Cinzia Cordella, al Teatro Elicantropo di Napoli

Cinzia Cordella porta in scena il testo della scrittrice tedesca, che scava nel mito e dà vita ad un racconto che ha poco in comune con la storia che conosciamo

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Sarà il Teatro Elicantropo di Napoli a ospitare, giovedì 21 ottobre 2021 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 31) il debutto di Medea – Voci di Christa Wolf nell’adattamento e la regia di Cinzia Cordella, anche interprete in scena con Davis Tagliaferro.

L’allestimento, presentato da Mabel Productions, si avvale della collaborazione scenografica di Bruno Garofalo e la supervisione dell’acting coach Antonio Simioni.

Medea, consegnata alla cultura occidentale dalla tragedia di Euripide e riportata in vita molte volte nei secoli successivi, si è sempre contraddistinta agli occhi degli spettatori per una macchia indelebile, uno dei peccati più ignobili che si possano elaborare: l’infanticidio, l’uccisione dei suoi stessi figli per vendicarsi del tradimento del suo amato Giasone.

La scrittrice tedesca Christa Wolf decise di continuare con Medea l’opera che aveva già iniziato con Cassandra: restituire una diversa dignità alle figure femminili della mitologia greca, laddove la ricerca storica e archeologica permettesse di scoprire declinazioni inedite di queste figure misconosciute.

Il suo romanzo è una rivisitazione del mito di Medea, presentatoci in varie versioni tra cui quella di Euripide, da cui dissente poiché descrive Medea come una maga, un’assassina senza pietà, infanticida e l’archetipo della femminilità più irrazionale e violenta.

Alla guaritrice Medea sono attribuiti i più atroci misfatti: l’uccisione del fratello Absirto, la peste che dilaga a Corinto, la morte di Glauce e, infine, l’uccisione dei propri figli. Il popolo finisce per addebitare a Medea la causa dei mali che affliggono la città.

Christa Wolf invece, attraverso un’originale narrazione, svela una Medea diversa: una donna sola, innamorata, che diventa il capro espiatorio per delitti commessi dalla società.

“Ho trovato sorprendenti e illuminanti – sottolinea Cinzia Cordella – i risultati delle ricerche effettuate dalla Wolf, secondo cui Medea non avrebbe ucciso i propri figli, ma avrebbe addirittura tentato di salvarli portandoli al santuario di Era prima di essere costretta all’esilio”.

Dalla storiografia antica risulta che Euripide avrebbe ricevuto un onorario di quindici talenti d’argento per riscrivere il mito e presentare al meglio Corinto sulla scena del Teatro Greco durante le feste di Dioniso.

Ed ecco una storia vecchia quanto l’Universo, e sempre attuale: i vincitori che riscrivono la storia dei vinti, a loro piacimento, e per i propri comodi.

Grazie a Christa Wolf, per la prima volta scopriamo il lato più umano e profondo di Medea, con i suoi ricordi di bambina, le sue fragilità, l’amore profondo per la vita, l’incapacità di accettare le ingiustizie e i delitti commessi per la sete di potere.

Medea – Voci  di Christa Wolf

21 ˃ 31 ottobre 2021 – Teatro Elicantropo di Napoli

Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (dal giovedì al sabato), ore 18.00 (domenica)

Info e prenotazioni 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio) www.teatroelicantropo.com

21 ˃ 31 ottobre 2021

Teatro Elicantropo di Napoli

(repliche dal giovedì alla domenica)

Mabel Productions

presenta

 

MEDEA – Voci

di Christa Wolf, adattamento e regia di Cinzia Cordella

con Cinzia Cordella e Davis Tagliaferro

acting coach Paolo Antonio Simioni

collaborazione scenografica Bruno Garofalo

distribuzione Mario Minopoli

durata 70’ circa

La Medea di Christa Wolf è una donna carismatica, rimasta giovane, dal carattere forte e fin troppo orgoglioso – ma il suo orgoglio non dipende dalla relazione con Giasone, con cui vive a Corinto. I due si allontanano sempre di più, lui si dedica alle attività al cospetto del re, lei invece è bandita dal palazzo reale perché considerata “scomoda”.

Infatti, scopre che una figlia del re è stata ammazzata da lui stesso per motivi politici.. Questo segreto scatena gli eventi, e quando altri a Corinto vengono a conoscenza della sua scoperta, la situazione per Medea si fa pericolosa. Costoro infatti, per renderla non più credibile, fanno spargere la voce che abbia ucciso suo fratello, e che sia scappata dalla Colchide per non essere punita. Da lì parte la caccia a Medea, che culmina nella lapidazione dei suoi figli, quando lei ormai è già scappata nelle montagne.

Note di regia

“E’ così. E’ andata a finire in questo modo. Curano che io possa essere chiamata infanticida anche presso i posteri. Per i quali che cosa sarà mai tutto questo, in confronto all’orrore che gli si mostrerà quando si guarderanno indietro. Perché non c’è modo di correggerci.”

Queste le parole del romanzo di Christa Wolf che ho intenzione di usare come chiave portante della mia messinscena di Medea – Voci. Portare questa Medea in scena per riscattarla, per renderle giustizia, e diffondere la verità su una donna portentosa, che ancora in molti, troppi, conoscono, erroneamente, come infanticida.

A proposito di Medea, Christa Wolf ha dichiarato:

“Fin dall’inizio pensavo che Medea fosse troppo legata alla vita per aver voluto uccidere i propri figli. Non potevo credere che una guaritrice, un’esperta di magia, originata da antichissimi strati del mito, dai tempi in cui i figli erano il bene supremo di una tribù, doveva uccidere i propri figli”.

Ho trovato sorprendenti e illuminanti i risultati delle ricerche effettuate di Christa Wolf, secondo cui non solo Medea non avrebbe ucciso i propri figli ma avrebbe addirittura tentato di salvarli portandoli al santuario di Era prima di essere costretta all’esilio.

Dalla storiografia antica risulta che Euripide avrebbe ricevuto un onorario di quindici talenti d’argento per riscrivere il mito e presentare al meglio Corinto sulla scena del Teatro greco durante le feste di Dioniso.

Ed ecco una storia vecchia quanto l’Universo, e sempre attuale: i vincitori che riscrivono la storia dei vinti, a loro piacimento, e per i propri comodi..

Inoltre, grazie a Christa Wolf, per la prima volta scopriamo il lato più umano e profondo di Medea, con i suoi ricordi di bambina, le sue fragilità, l’amore profondo per la vita, l’incapacità di accettare le ingiustizie e i delitti commessi per la sete di potere..

Il progetto ha beneficiato della supervisione del Coach Paolo Antonio Simioni (docente Masterclass per la scuola del Teatro Stabile di Genova).

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